L’ECO DI BERGAMO. Michelangeli Festival

L’ECO DI BERGAMO
March 14, 2002

Marshev, degno prologo con Prokof’ev

Il pianista russo ha proposto anche pagine di Rachmaninov e Cajkovskij/Pabst

Oleg Marshev ha dato una prova, in poco piú di venti minuti, di quello che ci aspetta nel prossimo Festival pianistico.

Il pianista russo, talento di primo piano, anche se non celebre come altri “incoronati” dal sistema concertistico internazionale, ha debuttato ieri pomeriggio al “Festival” davanti alla platea affollata del Circolo della Stampa di Milano, mostrando una particolare sintonia con le capricciose evoluzioni di Prokofiev. Evoluzioni che svariavano dalle minuzie vellutate e richiuse sopra se stesse, come assorte in contemplazioni tenerissime e un po’ alienate, passando velocemente a esplosioni di virtuosismo possente e violento, quasi lacerato e brutale.

La difficoltà tecnica, ben nota, che richiede il compositore russo, era accompagnata da Marshev a una più rara immedesimazione stilistica vissuta in prima persona, quasi per sintonia di spirito.

In Marshev c’era poco di pirotecnico, e anche i passaggi più spettacolari erano gestiti con occhio attento all’imprevedibilità del tracciato compositivo. Una ricerca oculata e ponderata razionalmente, in questo lontana da quella di certi esponenti della scuola pianistica russa, anche assai rinomati. La sua ricerca stilistica era già chiara nei quattro Preludi di Rachmaninov che aprivano l’esibizione, con il celebre Preludio in sol minore op. 23 n. 5, lontano dalla tumultuosa cavalcata del grande compianto Vladimir Horowitz, e trasformato in un percorso fantastico e inquieto, tutt’altro che lineare. La stessa Suggestione Diabolica n. 4, prossimo di una scrittura pianistica incredibilmente densa, non si esauriva nel possente virtuosismo ma sfumava nella cornice evanescente di inizio e fine.

Solo l’inedita Parafrasi dal balletto “La bella addormentata” di Caikovskij/Pabst era campo aperto per un gioco scopertamente bravuristico. E Marshev non s’è certo tirato indietro.

Bernardino Zappa